Suspensions







Mario Tomè


Performance al GumStudio
Il lavoro di Mario Tomè (Agordo, 1980) è dotato di una forte coesione di fondo, che viene in luce soprattutto se si analizza il percorso fin qui compiuto dall’artista e la successione degli interventi recenti. In ogni opera, grazie alla riproposizione insistita di alcuni elementi e dati costanti, e di un modello chiaro e diritto, vediamo confermato il carattere di coerenza di questa produzione artistica nel suo insieme.
Ciò, d’altro canto, non impedisce in alcun modo all’artista di rapportasi liberamente, in modo fresco e disinvolto, ai contesti, fisici e di senso, con cui egli viene a contatto.
L’interazione di Tomè con l’ambiente (e con le sue valenze sensoriali, relazionali, culturali), consiste nell’accostamento e nella sovrapposizione del dato biografico agli elementi principali di senso che definiscono e informano l’oggetto individuato e lo spazio entro cui esso viene a trovarsi.
In GumStudio, Tomè realizza Sospensioni , una performance della durata di un’ora circa.
L’artista indossa un imbrago da arrampicata. Attraverso un ancoraggio, si assicura alla putrella d’acciaio che, sospesa ad un’altezza di circa 4 metri, definisce la luce di una delle campate della Galleria.
Come durante una seduta al “travo” (uno strumento di allenamento proprio dell’arrampicata sportiva, che viene utilizzato per incrementare le prestazioni muscolari) egli compie alcune serie di movimenti, sollevandosi grazie alla forza delle braccia. L’esercizio prevede la ripetizione di un certo numero di trazioni, sospensioni attive, bloccaggi, monotrazioni, alternati alle fasi di scarico e riposo, in una sequenza programmata.
Attraverso una corda, passante per anelli e carrucole posti a pavimento ed a soffitto, il performer è collegato ad un contrappeso, che giace, appoggiato su una lastra di marmo di Carrara, al centro della campata adiacente. Il contrappeso è costituito da alcuni panetti di lardo di colonnata. Ad ogni trazione, il blocco si stacca dalla base, venendo sollevato sulla propria verticale.
Il lardo di Colonnata, come la lastra di marmo -chiaro riferimento alle celebri conche di stagionatura- sono i simboli storici della cultura apuana (alpina) con cui Tomè entra in relazione attraverso la sua azione di contatto.
Il lardo è l’alimento dei cavatori, uomini robusti che soprattutto da esso, si dice, traevano la propria forza. Uomini dai corpi scolpiti, come quelli degli alpinisti, nel duro lavoro fisico. Ecco il corpo sospeso del climber, le sue fibre impegnate a liberare energia chimica attraverso le reazioni metaboliche innescate dal training. Le stesse miofibrille, gli stessi sarcomeri, che esplodono dinamicamente dall’interno delle anatomie scolpite, superdefinite, in tensione plastica, dei muscolatissimi modelli della scultura toscana michelangiolesca.
gianluca d’incà levis maggio 2010

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Performance at GumStudio
Mario Tomè (Agordo, Italy, 1980) possesses a powerful fundamental coherence, especially visible if one considers his recent progress and activity. In each of his works a general coherence is confirmed by the repeated use of certain constant elements and a clear and straight structural model. This does not however prevent him from interacting freely and in a fresh and confident manner with each physical and sensory context he meets.
Tomè’s interaction with the environment (and its sensory, relational and cultural values) consists in the juxtaposition and overlapping of biographical data and the main elements of meaning that define and inform the chosen object and its surroundings.
Climbing is compared to an interrogative movement in space, a space that is vast and fertile, challenging, a gymnasium of action and reflection.
In GumStudio, Tomè will perform Suspensions, an action that will last about an hour.
The artist will wear a climbing harness while anchored to the steel beam at about four meters from the ground, interacting with the light in one of the arches in the gallery space.
As in a session on the ‘beam’ (a means of training for climbing, intended to increase muscular power) the artist will perform a series of movements, lifting himself upwards with the strength of his arms. The exercise will consist of a number of tractions, active suspensions, lockings and single contractions alternating with periods of release and rest, all in a programmed sequence.
The performer will be connected to a counterweight in the middle of the next vault by a rope that runs though rings and pulleys on the floor and ceiling. The counterweight will rest on a slab of Carrara marble and will consist of a number of blocks of “lardo di Colonnata”, edible lard. For each lifting movement the weight will leave its base vertically.
The Colonnata lard and the piece of white marble – a clear reference to the traditional marble vats in which the lard is seasoned – are historic symbols of the culture of the Apuan Alps, with which Tomè comes into contact through his actions.
Lard is the food of the quarry-workers, men whose bodies are sculptured like those of mountain-climbers in hard physical work, and is, so they say, the main source from which they gain their strength. The climber’s body issuspended, his straining muscles burn energy through the metabolic reactions primed by training. The myofibrils and sarcomeres explode dynamically in the sculpted body, sharply defined in a state of plastic tension as are the muscled models in the Tuscan sculpture of Michelangelo.
gianluca d’incà levis may 2010

Opening 20th of May 2010 h 9pm